Le storie de Il Bosco: Intervista a Claudia Ferretti – Isonde
In questa breve intervista tratta dal nostro podcast "IL BOSCO | Racconti di sostenibilità", Claudia Ferretti, in arte Isonde, ci racconta chi è e cosa fa un Sound Walker, cosa sono le soundwalk, o "passeggiate sonore", e la riscoperta dei suoni della natura.
Claudia Ferretti ci parla delle "passeggiate sonore" e di come cattura i suoni della natura per trasformarli in musica.
Claudia Ferretti - Isonde
Sensorialista, studiosa della percezione, Songwriter e Sound Artist,
Cosa sono le passeggiate sonore?
Le passeggiate sonore – in termine italianizzato – sono in realtà delle pratiche nate ancora negli anni ’60 già negli Stati Uniti e soprattutto in Canada, teorizzate e praticate da Murray Schafer che è un grande artista, musicista e studioso canadese che ha coniato il termine del “paesaggio sonoro”, il soundscape; ha teorizzato tutto quello che è la scoperta dell’ambiente intorno a noi a partire dal suono, e quindi ha anche creato la divulgazione di questa conoscenza e di questa pratica di percezione attraverso appunto le soundwalk, che sono queste passeggiate sonore in allenamento dell’ascolto per conoscere il paesaggio sonoro.
Una passeggiata sonora si fa innanzitutto in gruppo, non da soli perché ognuno crea la propria mappa della realtà attraverso la propria percezione, che varia appunto a seconda della propria cultura, della propria fisiologia, del proprio stato d’animo.
Ce ne sono di diversi tipi, modi e metodi: il tuo approccio qual è?
Il mio è un approccio che, innanzitutto, faccia immergere le persone e anche divertire, perché bisogna imparare divertendosi; quando le persone imparano senza accorgersene vuol dire che siamo arrivati a destinazione.
In più deve essere immersiva e di gruppo, di gruppo perché permette la condivisione, di capire che ciò che io percepisco e sento non è sempre ciò che gli altri percepiscono e sentono, e anche qualora lo sia non sempre viene rielaborato sia in modo razionale, sia in modo emotivo allo stesso modo dalle persone. Una cascata può rilassare me e può agitare te.
Ci racconti cosa fai dopo che hai catturato questi suoni?
Dopo che catturo i suoni dell’ambiente prendono diverse vie: da un lato li utilizzo in composizioni, per cui entrano proprio a far parte del tessuto della musica. Poi, li campiono e diventano parti di performance, per cui vengono proprio suonati attraverso dei software in concerti, o semplicemente entrano a far parte di musiche registrate, o diventano anche dei veri e propri racconti sonori.
Hai vinto anche un premio molto interessante dove hai raccolto i suoni delle galassie, giusto?
Allora, il premio riguarda un lavoro svolto insieme anche alla Comunità Montana della Valle Camonica per fare una colonna sonora creata con i suoni campionati dei lavori della Valle, ad esempio i suoni del maglio, del l’incisore…e in quel caso, appunto, ho vinto il premio.
Mentre le galassie?
Le galassie si legano a un progetto nato quasi per caso, perché un giorno mi son detta:” Sarebbe bello unire la musica e le stelle.” Allora ho contattato una compagna del liceo che sapevo fare l’astrofisica che mi ha detto: “Guarda, ti do il contatto di un astrofisico, mio collega a Bologna dell’INAF.”
Allora, ho conosciuto il mio amico Sandro Bardelli, che mi ha dato una matrice Excel con dati di galassie raccolti dai telescopi del Cile, dove ogni riga è una galassia, ogni colonna è una caratteristica di questa. Quindi ho chiesto a dei colleghi, un Sound Artist che è Maurizio Rinaldi e un altro Sound Artist che lavora al laboratorio di informatica musicale dell’Università degli Studi di Milano, Giorgio Presti. In questo quartetto abbiamo trasformato in suono questi dati numerici delle galassie.
Pubblicato in:
Marlegno, Racconti di sostenibilità
Data: 24.06.24
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