Perché costruire in legno è importante per l’ambiente? Per la sua straordinaria capacità di assorbire anidride carbonica!
Le costruzioni in legno sono sostenibili non solo a parole: è dimostrato che ogni casa in legno può sottrarre all’ambiente più di 30 ton di anidride carbonica, contrastando l’effetto serra e contribuendo alla salvaguardia del Pianeta.
Le certificazioni: materia prima e prodotti ingegnerizzati
Si sente spesso parlare di sostenibilità, di prodotti ecologici e biocompatibili in molti settori tra i quali quello dell’edilizia.
Come essere sicuri però che questa sostenibilità ambientale tanto discussa non sia solo un claim, uno strumento di vendita, ma si riferisca ad un insieme di processi e sistemi virtuosi che portano a risultati quantificabili?
Nel caso della bioedilizia in legno, è ad esempio possibile misurare e calcolare l’impatto ambientale che la costruzione di un nuovo edificio può generare sull’ambiente.
La normativa sta già cercando di fare un passo in questa direzione, tanto che i CAM (Criteri Ambientali Minimi) per l’edilizia hanno introdotto l’obbligo di utilizzare, in caso di prodotti e materiali a base legno, materie prime provenienti da foreste certificate.
Si ha difatti l’obbligo d’utilizzo di materiale certificato PEFCTM o FSC®, due organismi che garantiscono la provenienza del legno da foreste gestite in modo legale e sostenibile.
Una volta acquistato il materiale legno viene trasformato per diventare elemento costruttivo. Chi ci garantisce che questo processo di trasformazione avvenga in modo sostenibile?
In questa fase ci vengono incontro certificazioni quali l’EPD (Environmental Product Declaration): un documento che descrive e misura gli impatti ambientali legati alla produzione, trasporto e smaltimento del prodotto legnoso ingegnerizzato.
Tale dichiarazione deve essere infatti predisposta facendo riferimento all’analisi del ciclo di vita del prodotto basata su uno studio LCA (Life Cycle Assessment), che definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) e gli impatti sull’ambiente circostante nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto stesso.
I risultati sono presentati in forma sintetica attraverso l’impiego di una serie d’indicatori ambientali, quali ad esempio la quantità di anidride carbonica emessa o GWP (Global Warming Potential) per unità dichiarata di prodotto.
La certificazione EPD, quindi, permette di analizzare l’intero processo produttivo e quantificarne la sostenibilità.
La sostenibilità delle case in legno: un esempio in numeri
Ecco un esempio pratico: per la costruzione di una casa in legno di medie dimensioni (120-140 mq di superficie) sono necessari circa 45 metri cubi di legno lamellare da costruzione.
Secondo l’EPD di un produttore di legno lamellare, ogni metro cubo di legno prodotto è in grado di immagazzinare al suo interno 745 kg di anidride carbonica equivalente, andando così a sottrarla all’ambiente.
Facendo un rapido calcolo, questo significa che per ogni casa in legno costruita è possibile immagazzinare 33,5 tonnellate di CO2: un piccolo grande contributo alla riduzione di gas serra sul nostro Pianeta.
A questo valore bisogna però sottrarre le emissioni prodotte durante le fasi di trasporto in loco, che dipendono dalla distanza tra l’azienda produttrice e il cantiere.
Il bilancio tra anidride carbonica emessa e quella immagazzinata rimane di gran lunga positivo: questo significa che scegliere il legno come materiale da costruzione permette di poter misurare in modo oggettivo la sostenibilità ambientale della realizzazione, compiendo una scelta responsabile, a favore del benessere umano e del Pianeta.
Pubblicato in:
Case in legno, Costruzione, Sostenibilità
Data: 21.06.22
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